Legenda: ✴️ = best choice!
Quella che stiamo per descrivere è un'esperienza davvero da non perdere, che ti immergerà nell'atmosfera rurale e naturale di un piccolo paesino di montagna, non molto distante dalla città di Nagano.
A Tokyo, dalla stazione Shinjuku, con lo zaino in spalla, prendiamo la Yamanote (Chou line) fino alla stazione di Tokyo (🕓 15 minuti).
Piccola parentesi per quanto riguarda gli zaini: per l'occasione, siccome volevamo vivere un'avventura "zaino in spalla" in stile Pechino Express, abbiamo comprato questi zaini da viaggio della Osprey da 50 + 20 litri.
Lo zaino da 50 litri, una volta arrivati alla meta, lo lasciamo in struttura e giriamo con quello piccolino.
Prendiamo quindi lo shinkansen Hokuriku fino alla stazione di Nagano.
⚠️ di shinkansen "Hokuriku" ce ne sono 3 tipi:
Hakutaka, Asama e Kagayaki.
Kagayaki è il più veloce ma ha solo posti su prenotazione! Consigliamo di prendere gli altri due che comunque ci impiegano 🕓 1.30 ore. Ne passano dai 2 ai 4 ogni ora.
Prima di salire su uno shinkansen, controlla se ci sono delle carrozze riservate a chi ha prenotato: solitamente alcuni posti sono su prenotazione e altri no.
Per quanto riguarda:
-> Asama: le carrozze libere sono dalla 1 alla 5
-> Hakutaka: le carrozze libere sono dalla 1 alla 3
👉 Trovi la mappa, con le varie fermate, qui.
Da Nagano prendiamo il treno della linea Nagano Dentetsu fino alla stazione di Yudanaka.
⚠️ Questa linea non è servita dal Japan Rail Pass.
Si acquista il biglietto in stazione per € 8,50.
Ne passano 1-2 ogni ora. Gli orari sono visibili sul sito Navitime. Tempo di percorrenza: 🕓 45 minuti.
Arrivati alla stazione, ci incamminiamo a piedi (🕓 20/30 minuti - in alternativa c'è un autobus) fino al paesino Shibu Onsen, dove si trova il ryokan Sakaeya, che si è rivelato essere il più bel soggiorno di tutta la vacanza. ✴️
📖 Ryokan = hotel in stile giapponese
Posiamo gli zaini e ci facciamo spiegare dai titolari della struttura dove prendere l'autobus: la nostra meta di oggi è il parco delle scimmie delle nevi Jigokudani. ✴️
Dalla stazione di arrivo del bus ci incamminiamo nuovamente, prima per una strada asfaltata (alla cui fine c'è l'unico ristorante del posto, dove mangiamo un ramen) e poi per un sentiero in mezzo al bosco.
Consigliamo di indossare degli scarponcini in quanto, lungo il sentiero, l'acqua termale crea un po' di fango.
Proprio mentre saliamo ci accorgiamo che ha iniziato a nevicare. ❄️
È la prima neve della stagione e rende il tutto ancora più magico.
Ad accoglierci all'arrivo, i simpatici macachi giapponesi, che in tutta libertà, nelle ore diurne, scendono dal bosco adiacente per farsi un bagno nel loro onsen privato!
📖 Gli onsen sono i bagni termali giapponesi. Possono essere all'aperto oppure all'interno; pubblici o privati.
Nel paese di Shibu Onsen, ad esempio, ci sono 9 bagni pubblici. Se soggiorni in una struttura del posto, ti lasciano le chiavi per potervi accedere. Uomini e donne hanno bagni separati e nella vasca si entra completamente nudi dopo essersi sciacquati con una doccia.
Nel nostro ryokan era presente anche un bagno privato, accessibile solo ai clienti.
👉 Qui la guida alle buone maniere.
💸 L'ingresso al parco costa 500 yen.
🕓 È aperto dalle 8:30 alle 17:00 (da novembre a marzo dalle 09:00 alle 16:00).
Le scimmie vivono qui in libertà, non ci sono recinzioni ma ci vengono per il piacere di un bagno caldo ed un pasto gentilmente offerto dai gestori del parco. Si può stare quanto si vuole, potendo osservare da vicino, per un vero contatto "a tu per tu", questi simpatici animali che non è però consentito toccare.
📺 Ti consiglio di vederli in anteprima nel bellissimo documentario del National Geographic Orme nella neve, visibile su Disney+.
Tornati in hotel, ci rilassiamo sul tatami, accompagnati dalle note del compositore Joe Hisaishi, che risuonano come un carillon dalla playlist scelta per la nostra stanza.
📖 tatami: pavimentazione tipica giapponese composta da pannelli di paglia intrecciata. Per questo motivo nelle stanze si entra con delle apposite ciabatte (è tutto un "metti ciabatte-togli ciabatte": anche per entrare nel bagno ne devi indossare un paio apposta!).
📖 Joe Hisaishi, celebre compositore giapponese noto per aver creato le colonne sonore dei film di Hayao Miyazaki.
Per cena decidiamo di assaggiare la cucina Kaiseki del ryokan. Veniamo fatti accomodare in una saletta tutta per noi dove un po' per volta ci fanno assaggiare un sacco di portate. Se vuoi, puoi indossare lo yukata che ti consegnano all'arrivo in struttura.
📖Cucina Kaiseki pasto tradizionale composto da tantissime "piccole" portate che vengono gustate anche con gli occhi per la loro disposizione a regola d'arte.
📖 Yukata indumento tipico di cotone, usalo anche negli spostamenti tra gli onsen.
Torniamo, questa volta con il bus, alla stazione Yudanaka. Riprendiamo il treno della linea Nagano Dentetsu (che ricordiamo non essere compreso nel Japan Rail Pass) e proseguiamo con lo shinkansen Hokuriku fino a Kanazawa.
Kanazawa è una cittadina storica e pittoresca che ci è piaciuta molto. La si può girare comodamente a piedi, in bicicletta o con il bus.
🚌 Il ticket giornaliero del bus, che effettua un giro circolare della città, costa € 3,50.
🚲 La bici può essere noleggiata in uno dei punti segnati con la ⭐ nella mappa turistica della città. 👉 Scaricala qui.
👟 Noi l'abbiamo girata a piedi perché pioveva.
Questa cittadina è famosa, come Kyoto, per i distretti delle geisha.
Ve ne sono due:
Kazuemachi Chaya: distretto più piccolo, con delle graziose e strette vie.
Higashi Chaya: più grande, dove è situata la casa Shima ✴️, un vecchio Ochaya (casa di geisha) ora divenuto museo. 💸 L'ingresso costa 500 Yen ed è aperto dalle 🕒 09:30 alle 17:00 (17:30 da marzo a novembre).
Proprio di fronte alla casa Shima abbiamo trovato questa area bar specializzata in sakè ✴️, dove abbiamo degustato una selezione di loro produzione. Il sakè originale è veramente molto diverso da quello proposto in Italia nei sushi all you can eat.
Molto più simile ad un vino, può essere amabile e fruttato o più secco.
👉 Se vuoi avere più informazioni in merito a questi distretti e agli spettacoli di geisha che vi si tengono tutt'oggi dai un'occhiata a questo link del sito Visitkanazawa.
Oltre ai distretti delle geisha, vi è anche un distretto dei samurai.
Siamo entrati nella vecchia casa del samurai Nomura (ora museo 💸 500 yen 🕒 08:30-17:30, a ottobre e marzo chiude alle 16:30).
👉 Se vuoi avere più informazioni sul quartiere dei samurai, chiamato Nagamaki clicca qui.
Vale sicuramente la pena visitare anche il castello di Kanazawa (noi l'abbiamo visto solo dall'esterno) ed il tempio Myoryuji, anche detto tempio Ninja, dove si possono ammirare due stanze con botole segrete (che abbiamo bypassato in quanto eravamo stretti con i tempi).
💤 Dove abbiamo dormito: al moderno Tokyu Stay Kanazawa, la camera disponeva di qualsiasi comodità, tra cui una lavasciuga privata che abbiamo sfruttato per lavare i vestiti!
🍙 Dove abbiamo mangiato:
a pranzo, abbiamo fatto tappa al mercato Omicho, dove abbiamo mangiato del sushi.
a cena, abbiamo girato un po' di vie finché non ci siamo imbattuti in questo posto fighissimo ✴️ , specializzato in spiedini yakitori di carne alla griglia, frattaglie comprese. Dopo qualche minuto di attesa, ci hanno fatti accomodare al bancone, dove abbiamo scelto i tipi di carne e per ognuno ci hanno consigliato la corretta salsa di accompagnamento.
Posto frequentato da soli giapponesi che finalmente, dopo una giornata di lavoro, hanno tirato fuori il loro lato più festaiolo e chiassoso che di giorno tengono ben nascosto. 😉
🥹 Fun fact: a Kanazawa ho iniziato ad innamorarmi dei nonnini giapponesi.
Ne abbiamo incontrato uno per strada che ci ha fatto fare il giro di una vecchia abitazione in fase di ristrutturazione e ci regalato una borsina fatta da lui con fogli di giornale e cannucce di carta.
Sveglia presto per la visita al giardino Kenrokuen (🕒 07:00-18:00 💸 320 yen). ✴️
Il parco è meraviglioso, grande (11,4 ettari) ma visitabile a piedi, è una vera e propria dimostrazione dell'ingegno botanico giapponese: ogni ramo d'albero viene sorretto da un'intricato sistema di cordame, affinché cresca nel modo più armonioso possibile.
Raggiungiamo poi la stazione di Kanazawa. Qui, un autobus della linea Nohi Bus (che abbiamo prenotato in anticipo a questo link 💸 € 40 a testa A/R, non incluso nel JRP), ci conduce in 1.15 ore nell'antico villaggio rurale di Shirakawa-go.
La caratteristica del villaggio, riconosciuto come patrimonio mondiale dell'umanità UNESCO, sono le sue tradizionali abitazioni con i tetti di paglia.
Alcune sono state adibite a museo e sono oggi visitabili, nell'area chiamata Gassho-zukuri Minka-en, pagando un ticket di ingresso di 600 Yen.
Il paesaggio è rilassante e nel viaggio in bus si possono osservare dei tipici paesini, distanti dalle moderne città.
Per pranzo ci siamo fermati in una di queste case tipiche dove abbiamo mangiato gnocchi di riso in brodo e soba freddi. Il vero pezzo forte però sono le polpette fritte di carne che servono nei baracchini... squisite!
Rientrati a Kanazawa abbiamo cenato con un Okonomiyaki (un mix tra frittata e frittella, con dentro di tutto) nel ristorante Chibo, situato proprio fuori dalla stazione: è una buona catena, presente in varie città giapponesi. Al tavolo hai una piastra gigante dove cuoce la "frittata", che condisci con le salse che vuoi. Abbiamo fatto il bis con gli spaghetti soba, sempre cotti alla piastra.
Abbiamo inoltre scoperto che in Giappone va molto in voga la Highball: bevanda composta da whisky + soda.